MICHELE POLGA meets FABRIZIO BOSSO
Live at Panic Jazz Club (Abeat) 2011

1. Clouds Over Me (M. Polga)
2. Bemsha Swing (T. Monk)
3. Body And Soul (J. Green)
4. Re-Trane (M. Polga)
5. Two Friends (L. Mannutza)

Michele Polga – sax
Fabrizio Bosso – trumpet and flugelhorn
Luca Mannutza – piano
Luca Bulgarelli – bass
Tommaso Cappellato – drums

REVIEWS

Ascoltando per la prima volta Live at Panic Jazz Club è immediatamente emersa una piacevole impressione e il primo pensiero è stato: questo live cattura il “momento magico,” ovvero la performance dove tutto collima, suono, vibrazioni, assoli, interplay.

Michele Polga, sassofonista vicentino, ha voluto accanto a sè quattro musicisti che non hanno bisogno di presentazioni – Fabrizio Bosso, Luca Mannutza, Luca Bulgarelli e Tommaso Cappellato – per un concerto che si è svolto il 15 dicembre 2010 al Panic Jazz Club di Marostica.

Come si evince dalle note di copertina, Polga è solito registrare tutti i suoi concerti, ma la serata in questione non era stata programmata per un CD live. Dopo aver sentito i nastri, ci si è accorti che il materiale era di una qualità molto elevata e la scelta di documentarlo è stata immediata.

Cinque i brani scelti; praticamente tutto il primo set della serata e una traccia tratta dalla seconda parte del concerto. Oltre ai due standards eseguiti in maniera impeccabile e con un gusto interpretativo molto particolare – “Bemsha Swing” e “Body and Soul” -, l’attenzione viene colpita dai tre pezzi originali. Due sono a firma di Polga, e uno di Mannutza.

L’apertura è affidata “Clouds Over Me,” che appariva anche nell’omonimo album di Polga del 2009. Questa versione che dura più del doppio dell’originale, è un affascinante viaggio nel jazz più puro equalmente diviso fra il sax di Polga e la tromba di Bosso, in due assoli semplicemente sublimi. Nella parte finale anche Mannutza si mette in evidenza, assecondato con maestria da Bulgarelli e Cappellato, l’elegante sezione ritmica.

In “Re-trane,” si omaggia il grande Maestro, su un percorso dettato dalle note del pianoforte su cui “volano” ancora i due fiati in un tenace scambio di assoli, mentre in “Two Friends,” viene esaltata la vena compositiva di Mannutza, che conferma di essere uno dei pianisti più interessanti degli ultimi anni.

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